Transizione 4.0: a che punto siamo


Dopo la chiusura del termine per l’invio delle comunicazioni relative agli investimenti 4.0 del 2025, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) e il Gestore dei servizi energetici (Gse) hanno fatto i conti: restano ancora oltre 930 milioni di euro utilizzabili sotto forma di credito d’imposta. La cifra è stata determinata incrociando i dati delle comunicazioni trasmesse entro il 15 maggio con quelli delle risorse prenotate.

Per comprendere la situazione attuale, è utile ripercorrere le ultime tappe normative. L’ultima legge di bilancio ha introdotto un sistema di prenotazione preventiva obbligatoria per accedere ai crediti d’imposta sugli investimenti in beni strumentali “Industria 4.0”. Questa nuova procedura si applica agli investimenti eseguiti nel 2025 (e prorogati fino al 30 giugno 2026, a condizione che sia stato versato almeno il 20% del corrispettivo entro la fine del 2025). È stato fissato un tetto massimo di spesa agevolabile di 2,2 miliardi di euro. Le imprese sono ora tenute a inviare una comunicazione preventiva indicando l’importo dell’investimento e il credito d’imposta atteso.

Il decreto direttoriale del Mimit del 16 giugno 2025 ha confermato che questa nuova procedura si applica esclusivamente agli investimenti avviati dal 1° gennaio 2025. Gli investimenti precedenti continueranno a beneficiare del credito automatico, purché almeno il 20% del costo sia stato sostenuto entro il 31 dicembre 2024.

Il 18 giugno scorso, il Mimit aveva segnalato che le risorse previste erano praticamente esaurite. Tuttavia il quadro effettivo si è chiarito solo nei giorni scorsi in seguito alla scadenza dell’invio delle nuove comunicazioni relative alle prenotazioni con il vecchio modello. Il GSE ha aggiornato i dati distinguendo tra prenotazioni confermate con il vecchio modello (546,3 milioni di euro) e quelle inviate con il nuovo sistema (721,2 milioni). Il totale effettivamente vincolato è dunque di 1.267,5 milioni, lasciando liberi circa 932,5 milioni rispetto al tetto di 2,2 miliardi.

Questa disponibilità residua è ora al centro dell’interesse delle imprese, molte delle quali restano in attesa dell’esito della procedura. Le associazioni di categoria (Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti) hanno scritto al ministro Adolfo Urso per chiedere la reintroduzione dell’automatismo nel riconoscimento del credito e il ripristino degli incentivi per i beni immateriali (come i software), esclusi con l’ultima manovra.

Transizione 5.0

Intanto, anche il piano Transizione 5.0 – che oltre alla digitalizzazione include l’efficienza energetica – è in fase di negoziazione per una possibile proroga. Dei 6,23 miliardi stanziati dal Pnrr, finora sono stati spesi circa 1,6 miliardi, pari a poco più del 25% del totale. Mentre le imprese e i consulenti segnalano un’adesione crescente, restano distanti gli obiettivi fissati inizialmente. Il Governo è ora al lavoro con la Commissione europea per valutare soluzioni alternative e possibili rimodulazioni dell’intervento, compreso un eventuale riutilizzo dei fondi non impegnati (si parla di circa 3 miliardi di euro potenzialmente riprogrammabili).

Per maggiori informazioni su possibili investimenti e modalità di richiesta ed utilizzo del credito di imposta per gli investimenti 4.0 e 5.0, scrivi a info@theorema.eu

[Fonte: Sole24Ore]

Immagine di una bussola su una carta nautica
Questi sono gli elementi che mettiamo a disposizione per rendere reali le potenzialità della vostra azienda.
Iniziamo un percorso insieme