Transizione 5.0: misure per investimenti per risparmio ed efficienza energetica


Transizione 5.0 è il risultato della proposta che l’Italia ha portato in seno all’Ue che è stata approvata dalla Commissione il 24 novembre, come già accennato precedentemente, e dal Consiglio l’8 dicembre. Si tratta di novità strutturali che impattano il Pnrr italiano, passato intanto da 191,5 a 194,4 miliardi di euro, a 614 da 527 obiettivi, da 6 a 7 missioni, con l’introduzione del capitolo Repower Ue. Le riforme che l’Italia dovrà attuare passano da 69 a 66.

Il nuovo Pnrr stanzia 2,9 miliardi di euro a supporto del sistema produttivo per la transizione ecologica, tecnologie net zero e competitività e resilienza delle filiere produttive strategiche. Non sono perà ancora stati pubblicati i decreti attuativi che delineano e spiegano l’utilizzo di queste misure.

La novità più importante è l’introduzione di tre nuovi crediti di imposta per una capienza di 6,3 miliardi di euro nel biennio 2024-25, che si sommano al piano transizione 4.0. Mentre quest’ultimo, seppur depotenziato, continuerà a incentivare l’acquisto di beni e software 4.0; la transizione 5.0 invece introdurrà nuove misure per tutti gli investimenti in beni e attività che genereranno risparmi energetici o apporteranno efficienza energetica. I tre crediti in particolare agevolano:

a) acquisto di beni strumentali materiali o immateriali 4.0 per 3,78 miliardi di euro

b) acquisto di beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili ad esclusione delle biomasse per 1,8 miliardi di euro

3) spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde per 630 milioni di euro.

Le attività oggetto dell’agevolazione dovranno produrre dei risultati misurati in termini di efficienza energetica e risparmio di energia. A tal fine sarà necessario rispettare una delle seguenti due condizioni: nel caso degli investimenti in beni 4.0, il risparmio energetico conseguito nei processi target dovrà essere pari ad almeno il 5% rispetto ai consumi precedenti per gli stessi processi; mentre nel caso di attività non legate a specifici processi target, la riduzione del consumo finale di energia dovrà essere di almeno il 3%. L’intensità del beneficio sarà modulata su almeno una determina tre aliquote in base ai risultati conseguiti.

Il progetto dovrà essere accompagnato da certificazione ex ante da un professionista che attesta la validità dell’opera ed ex post un’ulteriore certificazione dovrà verificare che i parametri siano effettivamente rispettati. Il decreto attuativo dovrà arrivare nei primi mesi del 2024.

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Immagine di una bussola su una carta nautica
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